Ariccia, Tavola Rotonda sulla Mobilità Sostenibile dei Castelli Romani

30.11.2019

Il tema della Mobilità sostenibile è quanto mai attuale, tanto quanto le questioni sui rifiuti e sui dissesti idrogeologici, e merita di essere affrontato con una seria autocritica da parte della politica. Prima di giungere a facili conclusioni sull'opportunità di collegare i Comuni con le piste ciclabili o di spingere sul car sharing ritengo necessario fotografare l'attuale al fine di avviare un percorso di pianificazione che possa raccogliere e soddisfare tutti gli interessi dei cittadini e dei Comuni stessi. Basterebbe voltarsi e guardare al passato per comprendere quanto sia stata importante la tramvia dei Castelli Romani. Per ben 70 anni, la STEFER o chi per essa, ha trasportato migliaia di cittadini dall'area castellana a Roma e viceversa garantendo non solo il pendolarismo quotidiano, ma anche un  in coming turistico notevole. Affinchè la pianificazione di un Piano Urbano di Mobilità Sostenibile possa essere redatto occorrono risorse ( che non ci sono), collaborazione tra Enti (Regione e Città metropolitana non si parlano), realismo. Mi permetto di dire che lo sviluppo di un sistema di mobilità sostenibile non crescerà mai se gli Enti che per legge costituzionale detengono le funzioni in materia non sono in grado di ottemperare ai propri compiti. Senza creare equivoci ritengo opportuno sottolineare che la Città metropolitana di Roma ha tra le proprie funzioni  di occuparsi di mobilità e trasporti e che al fine di favorire scambi, spostamenti, miglioramenti della viabilità potrebbe, anzi dovrebbe, realizzare opere pubbliche strategiche. In certi casi il condizionale diventa d'obbligo in quanto dal 2014 la Legge Delrio, voluta e forzata dal Partito Democratico, ha tolto metà delle risorse alle Province e ne ha segnato l'esistenza. Sul fronte della Regione non va sicuramente meglio. Se da un lato i Comuni dei Castelli Romani hanno mostrato una collaborazione mai vista prima nel predisporre il nuovo progetto che preveda un sistema integrato di Trasporto Pubblico Locale, dall'altro la Regione Lazio è riuscita a vanificare tutto questo sforzo rimandando a chissà quando i tempi per la gara di appalto che doveva far nascere il primo vero atto propedeutico ad una crescita collettiva dell'area sul tema della mobilità. La Città metropolitana, che come dicevo ha competenza in materia, ha avviato un percorso partecipativo con gli Enti per redigere un PUMS (piano urbano di mobilità sostenibile) per diversi gruppi di Comuni per l'intera Provincia di Roma, un percorso che si realizzerà sulla carta, ma che, vista l'incapacità dell'Ente di tappare le buche, non avrà mai un futuro. La politica, nessuno escluso, dovrebbe fare i conti con una serie di fallimenti gestionali e amministrativi prodotti da norme assurde come la Legge Delrio ed  impegnarsi affinchè ci sia, al più presto, un riequilibrio tra poteri, funzioni e competenze tra Regioni, Città metropolitane e Comuni. Da 5 anni la Regione Lazio ha invitato ( sotto minaccia di dimezzare i contributi per il trasporto pubblico locale) i Comuni ad aderire al sistema di trasporto pubblico locale integrato che sarebbe dovuto partire dopo l'espletamento di una gara europea per l'assegnazione del servizio. Ora è tutto bloccato e molti Comuni, che speravano e attendevano questo risultato, si trovano obbligati a prorogare contratti scaduti. Per quanto tempo durerà questa fase di stallo? Soltanto ieri si è appreso che le risorse per sostenere la progettazione del sistema integrato sono state stanziate solamente un anno e mezzo fa e allora perchè la Regione è da cinque anni che taglia i fondi? Per bocca di esponenti regionali è noto che tale progettazione dovrà essere integrata con quella di tutti e 17 i Comuni dei Castelli Romani quindi si dovranno dare altri incarichi e spendere altri soldi e della certezza dei tempi non è dato nulla sapere. Senza andare troppo per le lunghe ritengo che affrontare questi temi sia fondamentale per la nostra area soprattutto se la sinergia dei rappresentanti dei Comuni continui ad essere quella mostrata negli ultimi cinque anni, ancora prima c'è da svolgere un lavoro sinergico tra i rappresentanti politici e istituzionali che siedono in Parlamento, in Regione, in Città metropolitana e nei Comuni. Il confronto tra l'area metropolitana di Roma e quella di molte Città europee è impietoso. Nel partecipare all'EMA ( European Metropolitan Authorities) a Lione ho avuto modo di riscontrare quanto siamo indietro e incapaci di beneficiare dei finanziamenti europei. Negli altri Stati dell'Unione non esistono conflitti normativi tra Enti, non ci sono leggi di bilancio fantasiose e non c'è un Toninelli qualunque a ricoprire il ruolo da Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Negli altri Stati, ma non bisogna andare troppo a nord, basta vedere cosa accade a Budapest, Porto e Lione, non vi è solamente collaborazione Istituzionale, bensì è incluso nel percorso di efficientamento del sistema di mobilità anche il mondo produttivo privato che investe e contribuisce nel rimborsare i costi dell'abbonamento al trasporto pubblico.

Andrea Volpi - Blog politico
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